Viene chiamato drifting un difetto nella rilevazione degli input di un controller, che spesso determina un segnale scorretto tradotto direttamente nel gioco. In pratica, nella maggior parte dei casi, si rileva un movimento nonostante la levetta corrispondente sia fermo, oppure una zona morta allargata che rende particolarmente imprecisi gli input forniti dal giocatore, senza una reale corrispondenza con i movimenti impartiti. Questo problema, nella maggior parte dei casi, deriva da una fisiologica usura dei componenti interni ed è comune a tutti i controller perché, di fatto, sono tutti basati sugli stessi elementi. Uno stick analogico è composto da alcuni sensori quadrati, un’asticella semovibile in grado di spostarsi fra due rotelle e un potenziometro costituito da una striscia di materiale resistivo con due terminali contrapposti. Lo stick è collegato a un wiper, il quale si muove in corrispondenza dei movimenti impartiti dal giocatore: L’avvicinamento di questo a uno dei terminali determina una variazione nel flusso di corrente al circuito stampato, cosa che consente di ottenere input variabili e, appunto, “analogici”.
Il drifting, almeno nella maggior parte dei casi, emerge quando l’usura delle parti meccaniche porta a un accumulo di micro-detriti nei pressi dei sensori, che possono comportare dei falsi contatti, oppure delle piccole deformazioni nel sistema che modificano il posizionamento delle componenti. Il primo caso sembra quello più frequente, proprio perché il sistema è costruito sui contatti diretti attraverso sfregamento, che naturalmente porta a un deterioramento progressivo dei materiali e all’accumulo di detriti. Una soluzione definitiva dovrebbe richiedere una variazione sostanziale nel sistema di rilevazione degli input o un modo per evitare l’usura che deriva inevitabilmente dal contratto tra parti in movimento.